In questo ultimo periodo sto leggendo molti libri per bambini e ragazzi, complice anche il fatto che insegno italiano e quindi mi premuro di essere informata sul genere.
Nel caso del libro oggetto del post, però, l'italiano c'entra poco, visto che si tratta di un libro in friulano.
Premessa: Per chi non lo sapesse, attualmente studio all'università Scienze della Formazione Primaria, insegnamento in lingua e cultura friulana, e contemporaneamente insegno nelle scuole come supplente. Sono friulana, di madrelingua friulana, quindi studiare adesso e insegnare un domani in lingua mi riempie di orgoglio. Ovviamente non ho problemi a insegnare anche italiano o inglese (lo faccio tutt'ora), per non parlare delle altre materie, ma il friulano è il friulano!
Ma passiamo al libro in questione:
Titolo: Flabis Furlanis
Autore: Giulia Del Fabro
Editore: Editoriale Programma
Anno: 2018
Pagine: 127
Prezzo: 10.00€
Quarta di copertina: Al jere une volte: questa è la parola magica con cui iniziano le storie migliori – "c'era una volta" – e con cui comincia ogni viaggio nella fantasia popolare, tramandato di generazione in generazione. Immergetevi in questo piccolo scrigno di fiabe e colori, dove i più grandi potranno leggere le storie in friulano, mentre i più piccoli potranno comprenderle seguendo il testo in italiano, imparando una lingua magica e disegnando mondi nuovi.
Ho letto questo libretto con davvero molto interesse, sia perché mi sarà utile a scuola in futuro, sia per iniziare a ragionare un po' in termini di una possibile tesi futura (ho già qualche idea, devo solo iniziare a concretizzarla).
Le storie mi sono piaciute molto, ce ne sono di più lunghe e di più brevi, in tutte ho potuto assaporare un po' della mia terra, perché da lì sono partite.
Ognuna di loro ha una morale finale o comunque un insegnamento molto utile sia ai più piccoli sia ai più grandi.
Le storie sono sia in friulano sia nella traduzione italiana, quindi chi non mastica la mia lingua madre può stare tranquillo.
Personalmente l'ho letto solo in friulano (solo una storia in italiano, a scuola, perché l'ho usata per una verifica di comprensione del testo, che trovate qui) e devo dire che ci sono stati alcuni punti critici: primo fra tutti quello della grafia.
Il friulano, da qualche anno, ha una grafia standard che viene usata per documenti, corsi, dizionari, ecc. come in qualsiasi altra lingua. Ci sono delle lettere particolari che richiamano altrettanti suoni e questi per anni sono stati scritti in svariati modi. Finalmente si è arrivati a una grafia normalizzata (non bellissima per certi versi, ma...), questo ha portato a dover scrivere o riscrivere in determinati modi.
In questo libro, per quanto le storie abbiano dei contenuti belli e interessanti, purtroppo la grafia non è sempre rispettata, anzi. Il più delle volte ho trovato parole scritte con la vecchia grafia, altre con quella ufficiale e altre ancora italianizzate.
Ai più potrà sembrare una cosa di poco conto, ma provate a leggere un libro in inglese o in qualsiasi altra lingua abbia caratteri particolari per identificare alcuni suoni in cui non si rispetti l'ortografia e poi ditemi se ci avete capito qualcosa o se le parole hanno davvero quel determinato significato (esempio, in friulano ci sono parole che si scrivono in modo simile, ma in base a come si legge una lettera cambiano di significato: lat = latte, lât = andato; mil = mille, mîl = miele; la ˆ allunga la vocale su cui è posta).
Sempre più spesso, lavorando a scuola ed essendo appassionata anche di libri per l'infanzia, mi capitano in mano libri illustrati e anche in questo ci sono parecchi disegni. Altro punto dolente, secondo il mio punto di vista.
I disegni si lasciano guardare, ma a mio avviso non danno quel qualcosa in più al libro in generale: ancora una volta non capisco perché se il libro è principalmente per bambini, i disegni debbano essere quasi degli scarabocchi o cose fatte tanto per fare.
Mi domando a che pro fare una cosa del genere? Si pensa che i bambini apprezzeranno qualcosa fatto con i piedi piuttosto che qualcosa fatto bene?
Finché non si entrerà nell'ottica che i libri per bambini e ragazzi devono essere ben illustrati, avere disegni degni di questo nome, io continuerò a criticare aspramente tale punto.
I bambini, oltre a imparare l'educazione, devono essere educati al bello, alla cura e alle cose fatte bene.
Concludendo: consiglierei questo libro?
Sì, perché nonostante le pecche della grafia (per gli italiani il problema non sussiste, visto che in italiano è scritto molto bene) e dei disegni è un ottimo modo per avvicinare grandi e piccini alla scoperta di nuove fiabe. Il prezzo non è bassissimo per la qualità intrinseca, ma non è neanche così malvagio.
Consiglierei alla CE, comunque, di prevedere una ristampa in cui vengono curati più gli aspetti legati alla lingua friulana, in primis alla grafia, e ai disegni.
Mi scuso per questa recensione un po' breve e alquanto critica su certi punti, spero comunque di essere riuscita a spiegarmi e che abbiate apprezzato.
Vi ringrazio per l'attenzione,
Autore: Giulia Del Fabro
Editore: Editoriale Programma
Anno: 2018
Pagine: 127
Prezzo: 10.00€
Quarta di copertina: Al jere une volte: questa è la parola magica con cui iniziano le storie migliori – "c'era una volta" – e con cui comincia ogni viaggio nella fantasia popolare, tramandato di generazione in generazione. Immergetevi in questo piccolo scrigno di fiabe e colori, dove i più grandi potranno leggere le storie in friulano, mentre i più piccoli potranno comprenderle seguendo il testo in italiano, imparando una lingua magica e disegnando mondi nuovi.
Ho letto questo libretto con davvero molto interesse, sia perché mi sarà utile a scuola in futuro, sia per iniziare a ragionare un po' in termini di una possibile tesi futura (ho già qualche idea, devo solo iniziare a concretizzarla).
Le storie mi sono piaciute molto, ce ne sono di più lunghe e di più brevi, in tutte ho potuto assaporare un po' della mia terra, perché da lì sono partite.
Ognuna di loro ha una morale finale o comunque un insegnamento molto utile sia ai più piccoli sia ai più grandi.
Le storie sono sia in friulano sia nella traduzione italiana, quindi chi non mastica la mia lingua madre può stare tranquillo.
Personalmente l'ho letto solo in friulano (solo una storia in italiano, a scuola, perché l'ho usata per una verifica di comprensione del testo, che trovate qui) e devo dire che ci sono stati alcuni punti critici: primo fra tutti quello della grafia.
Il friulano, da qualche anno, ha una grafia standard che viene usata per documenti, corsi, dizionari, ecc. come in qualsiasi altra lingua. Ci sono delle lettere particolari che richiamano altrettanti suoni e questi per anni sono stati scritti in svariati modi. Finalmente si è arrivati a una grafia normalizzata (non bellissima per certi versi, ma...), questo ha portato a dover scrivere o riscrivere in determinati modi.
In questo libro, per quanto le storie abbiano dei contenuti belli e interessanti, purtroppo la grafia non è sempre rispettata, anzi. Il più delle volte ho trovato parole scritte con la vecchia grafia, altre con quella ufficiale e altre ancora italianizzate.
Ai più potrà sembrare una cosa di poco conto, ma provate a leggere un libro in inglese o in qualsiasi altra lingua abbia caratteri particolari per identificare alcuni suoni in cui non si rispetti l'ortografia e poi ditemi se ci avete capito qualcosa o se le parole hanno davvero quel determinato significato (esempio, in friulano ci sono parole che si scrivono in modo simile, ma in base a come si legge una lettera cambiano di significato: lat = latte, lât = andato; mil = mille, mîl = miele; la ˆ allunga la vocale su cui è posta).
I disegni si lasciano guardare, ma a mio avviso non danno quel qualcosa in più al libro in generale: ancora una volta non capisco perché se il libro è principalmente per bambini, i disegni debbano essere quasi degli scarabocchi o cose fatte tanto per fare.
Mi domando a che pro fare una cosa del genere? Si pensa che i bambini apprezzeranno qualcosa fatto con i piedi piuttosto che qualcosa fatto bene?
Finché non si entrerà nell'ottica che i libri per bambini e ragazzi devono essere ben illustrati, avere disegni degni di questo nome, io continuerò a criticare aspramente tale punto.
I bambini, oltre a imparare l'educazione, devono essere educati al bello, alla cura e alle cose fatte bene.
Concludendo: consiglierei questo libro?
Sì, perché nonostante le pecche della grafia (per gli italiani il problema non sussiste, visto che in italiano è scritto molto bene) e dei disegni è un ottimo modo per avvicinare grandi e piccini alla scoperta di nuove fiabe. Il prezzo non è bassissimo per la qualità intrinseca, ma non è neanche così malvagio.
Consiglierei alla CE, comunque, di prevedere una ristampa in cui vengono curati più gli aspetti legati alla lingua friulana, in primis alla grafia, e ai disegni.
Mi scuso per questa recensione un po' breve e alquanto critica su certi punti, spero comunque di essere riuscita a spiegarmi e che abbiate apprezzato.
Vi ringrazio per l'attenzione,
Annette.
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